La mostra è nata da una riflessione sulla cultura alimentare.
Siamo quello che mangiamo. Ho cercato di trasformare il cibo e i suoi colori in immagini che trascendono l’alimento in senso stretto. E’ stata un’analisi tesa a esplorare le linee e i colori della natura alla ricerca di una visione artistica che possa accompagnare l’osservatore oltre il cibo.
Tutti gli scatti sono nati dal patrimonio della memoria, da un viaggio a ritroso nel tempo, da un ritorno alle origini e alla terra.
Non è mai facile parlare di salute e benessere senza essere accademici.
Partendo da questo presupposto ho cercato di farlo con “leggerezza” come raccontarlo a un bambino. Sono partita da una tavolozza di colori per rappresentare i sette colori che dovrebbero arricchire i nostri piatti e far rispettare la regola base del benessere, la regola del “cinque”.
Una dieta equilibrata prevede due porzioni di verdura e tre di frutta al giorno.
In questo progetto ho avuto il piacere e l’onore di ospitare l’artista ligure Alessandro Gimelli con il quale avevo già collaborato sul tema in precedenza. E’ stato lui a interpretare fotograficamente il capitolo “Siamo quello che mangiamo”. Gimelli attraverso la reinterpretazione delle “Teste Composte” di Giuseppe Arcimboldo ha rappresentato per immagini il Junk food, l’altra faccia del cibo...